Benjamin Kololo Lusanga è nato a Kinshasa il 26 novembre 2012. Orfano di madre, proveniente da una famiglia poverissima, è stato rifiutato e affidato alla comunità di Kimbondo nell’ottobre 2013. Benjamin è nato con una malattia congenita agli occhi che lo rende completamente non vedente e che rischia di compromettere seriamente lo sviluppo del suo cranio. Il bambino deve urgentemente affrontare uno o più interventi molto complessi e delicati, impossibili da eseguirsi nella Repubblica Democratica del Congo. La sua condizione, se non trattata adeguatamente e in tempi celeri, rischia di aggravarsi in maniera irreversibile.
Il caso di Benjamin è stato perciò sottoposto al giudizio del Professor Rozzi, specialista in Pediatria e Neurospichiatria infantile dell’Ospedale Privato Accreditato Hesperia Hospital di Modena. Il professor Rozzi, dopo aver esaminato la documentazione prodotta dall’Ospedale Pediatrico di Kimbondo, si è reso disponibile ad occuparsi delle cure del piccolo Benjamin.
Il bimbo è arrivato in Italia il 10 settembre scorso. Al momento è ospitato da una famiglia di Modena che si sta occupando di lui giorno e notte. Il suo percorso terapeutico non è del tutto definito ma è certamente molto complesso. Dal suo arrivo in Italia Benjamin è stato sottoposto ad esami continui e visite specialistiche in diverse città italiane. I problemi del piccolo congolese, però, non si limitano solo alla cecità. Benjamin è anche affetto da un dislivello tra la cavità oculare destra e quella sinistra, che sta determinando uno sviluppo non simmetrico del viso con possibili danni alla crescita delle ossa del cranio. La soluzione, al momento oggetto di valutazione da parte dei medici del San Raffaele di Milano, sarebbe l’inserimento di alcune protesi in resina nelle cavità oculari, da sostituire ogni 6/12 mesi, parallelamente allo sviluppo del bambino.
Le protesi oculari avranno una duplice funzione: consentire il corretto sviluppo delle cavità oculari e una crescita simmetrica del volto e mettere Benjamin in condizione, nel futuro prossimo, di accedere a interventi chirurgici in grado di restituirgli la vista (una cavità oculare correttamente espansa è requisito fondamentale per eventuali approcci chirurgici). Le equipe mediche di diversi centri specializzati stanno al momento valutando l’inserimento di Benjamin in protocolli sperimentali per un approccio olistico della sua patologia nel tentativo di recuperare la vista.
Il progetto è sostenuto anche da Swiss Re.
Costo del progetto: 36.000 euro